Squadra

Striga

Fotografia: Roberto Utano

Striga è una stronza, maleducata, antipatica e per niente rassicurante. Mi duole dirlo ma purtroppo, sono d’accordo con lei sulla visione che ha verso la vita, le cose e le persone. Con un’etica di ferro e dalle idee estreme e ben radicate per quanto riguarda la politica e le questioni sociali, quest’artista è brava e mette in quello che fa tutta l’incazzatura che produce nelle sue giornate. Per QE ha realizzato i disegni tatuabili dedicati alle canzoni.

Quali sono le regole base del codice etico di chi tatua?

Ascolta e dedica la massima attenzione alla persona che ha scelto di farsi mettere addosso proprio le tue mani.

Se è fascista, stringigliele al collo.

 

In che modo il tatuaggio è una forma di espressione queer?

Della liberazione del corpo, la comunità queer ha sempre fatto uno degli elementi cardine della propria rivoluzione. Conoscerlo, ascoltarlo, seguirlo, accettarlo, amarlo, mostrarlo, spogliarlo, sentirlo nel presente. È questa la cosa che ritengo più significativa. I movimenti queer riportano le persone nella dimensione del presente, e lo fanno attraverso il corpo.

Non la vita eterna dopo la morte, ma la nostra vita “qui e ora”.

Noi esistiamo adesso.

In questo modo il tatuaggio è una forma di espressione queer: agiamo oggi sul nostro corpo in modo permanente e decidiamo della nostra immagine, che non è a somiglianza di dio, ma rimostranza a dio.

 

Cosa cerca chi viene tatuato e cosa da’ il tatuante?

Cosa cerca chi viene tatuato non è dato sapere: magari niente, magari di sopravvivere, magari il tabaccaio.

Ma alla fine trova te, che non hai ciò che cerca ma uno strumento per vederci meglio.

 

Cosa si prova a segnare in modo indelebile la pelle di qualcuno?

Tutto. Si prova il tempo e come ordinarlo. Si provano i millenni, la storia, si prova il contatto. Si prova il senso della vita che nessuno ha chiesto di avere e la bellezza di disporne. Si prova la responsabilità di una pratica antica che imprime ciò che affiora, che fa emergere qualcosa che è sempre stato lì e che non se ne andrà mai.

Il tatuaggio è un processo, un rito, un prodotto alchemico e ciò che si prova a praticarlo è l’appagamento di uscire dalle dinamiche di consumo ed entrare nella dimensione di valore.

 

Come nascono i tuoi disegni?

Non lo so, non ne ho pieno controllo. Non faccio che copiare ciò che vedo in maniera chiara e distinta nella mia mente.   Ossessivamente a volte.

 

Tatui anche disegni di altri?

Domanda complessa. Di altri possono essere intesi anche simboli antichi, iscrizioni rupestri primitive, opere d’arte storicizzate. O, ancora, il disegno di una persona cara, di qualcuno che non sa tatuare o di qualche illustratore trovato online. Infine abbiamo disegni di altri tatuatori. Diciamo allora che, se la persona che ha fatto il disegno non può tatuarlo, è buona norma chiederle il permesso di farlo. Se, invece, il disegno è di una persona che può tatuarlo, allora non lo faccio. Lo tengo in considerazione come ispirazione, o magari per la tecnica utilizzata, per il mood complessivo, ma non tatuerei mai il lavoro di un altro. Parimenti, tatuaggi di altre culture che portano con sé significati profondi, non sono io a doverli tatuare e non mi permetterei mai di farlo.

 

Spiega i disegni di “Queer Qleison” in poche parole.

Ho avuto occasione di sentire il disco una sola volta, mesi prima che uscisse, e poi ho lavorato solo con i testi. Man mano che andavo avanti la musica spariva e rimanevano solo le parole. Le ho lette e rilette fino alla nausea, poi le ho viste.

 

Perché “Striga”?

Perché non ti fai i cazzi tuoi? Striga, o strige, è il termine da cui provengono le figure del vampiro e della strega a cui sono estremamente legata.

 

Cosa ti ha portato a tatuare?

La prima volta, 13 anni fa, la mia ossessione. Da che ho memoria ho sempre disegnato sulla mia pelle e su quella degli altri. Nemmeno sapevo dire tatuaggio, dicevo “catuaggio”.

La seconda volta mi ci hanno portato Toc e Rita, a cui devo il mio ritorno tra i vivi.

Il gatto nero di E.A.Poe

Sheogorath portal

Senza titolo

Squadra

Striga

Fotografia: Roberto Utano

Striga è una stronza, maleducata, antipatica e per niente rassicurante. Mi duole dirlo ma purtroppo, sono d’accordo con lei sulla visione che ha verso la vita, le cose e le persone. Con un’etica di ferro e dalle idee estreme e ben radicate per quanto riguarda la politica e le questioni sociali, quest’artista è brava e mette in quello che fa tutta l’incazzatura che produce nelle sue giornate. Per QE ha realizzato i disegni tatuabili dedicati alle canzoni.

Quali sono le regole base del codice etico di chi tatua?

Ascolta e dedica la massima attenzione alla persona che ha scelto di farsi mettere addosso proprio le tue mani.

Se è fascista, stringigliele al collo.

 

In che modo il tatuaggio è una forma di espressione queer?

Della liberazione del corpo, la comunità queer ha sempre fatto uno degli elementi cardine della propria rivoluzione. Conoscerlo, ascoltarlo, seguirlo, accettarlo, amarlo, mostrarlo, spogliarlo, sentirlo nel presente. È questa la cosa che ritengo più significativa. I movimenti queer riportano le persone nella dimensione del presente, e lo fanno attraverso il corpo.

Non la vita eterna dopo la morte, ma la nostra vita “qui e ora”.

Noi esistiamo adesso.

In questo modo il tatuaggio è una forma di espressione queer: agiamo oggi sul nostro corpo in modo permanente e decidiamo della nostra immagine, che non è a somiglianza di dio, ma rimostranza a dio.

 

Cosa cerca chi viene tatuato e cosa da’ il tatuante?

Cosa cerca chi viene tatuato non è dato sapere: magari niente, magari di sopravvivere, magari il tabaccaio.

Ma alla fine trova te, che non hai ciò che cerca ma uno strumento per vederci meglio.

 

Cosa si prova a segnare in modo indelebile la pelle di qualcuno?

Tutto. Si prova il tempo e come ordinarlo. Si provano i millenni, la storia, si prova il contatto. Si prova il senso della vita che nessuno ha chiesto di avere e la bellezza di disporne. Si prova la responsabilità di una pratica antica che imprime ciò che affiora, che fa emergere qualcosa che è sempre stato lì e che non se ne andrà mai.

Il tatuaggio è un processo, un rito, un prodotto alchemico e ciò che si prova a praticarlo è l’appagamento di uscire dalle dinamiche di consumo ed entrare nella dimensione di valore.

 

Come nascono i tuoi disegni?

Non lo so, non ne ho pieno controllo. Non faccio che copiare ciò che vedo in maniera chiara e distinta nella mia mente.   Ossessivamente a volte.

 

Tatui anche disegni di altri?

Domanda complessa. Di altri possono essere intesi anche simboli antichi, iscrizioni rupestri primitive, opere d’arte storicizzate. O, ancora, il disegno di una persona cara, di qualcuno che non sa tatuare o di qualche illustratore trovato online. Infine abbiamo disegni di altri tatuatori. Diciamo allora che, se la persona che ha fatto il disegno non può tatuarlo, è buona norma chiederle il permesso di farlo. Se, invece, il disegno è di una persona che può tatuarlo, allora non lo faccio. Lo tengo in considerazione come ispirazione, o magari per la tecnica utilizzata, per il mood complessivo, ma non tatuerei mai il lavoro di un altro. Parimenti, tatuaggi di altre culture che portano con sé significati profondi, non sono io a doverli tatuare e non mi permetterei mai di farlo.

 

Spiega i disegni di “Queer Qleison” in poche parole.

Ho avuto occasione di sentire il disco una sola volta, mesi prima che uscisse, e poi ho lavorato solo con i testi. Man mano che andavo avanti la musica spariva e rimanevano solo le parole. Le ho lette e rilette fino alla nausea, poi le ho viste.

 

Perché “Striga”?

Perché non ti fai i cazzi tuoi? Striga, o strige, è il termine da cui provengono le figure del vampiro e della strega a cui sono estremamente legata.

 

Cosa ti ha portato a tatuare?

La prima volta, 13 anni fa, la mia ossessione. Da che ho memoria ho sempre disegnato sulla mia pelle e su quella degli altri. Nemmeno sapevo dire tatuaggio, dicevo “catuaggio”.

La seconda volta mi ci hanno portato Toc e Rita, a cui devo il mio ritorno tra i vivi.

Il gatto nero di E.A.Poe

Sheogorath portal

Senza titolo